Indice analitico
degli argomenti svolti:
Capitolo 1 - Meno
Stato, più cassetto
Capitolo 2 -
L’organizzazione degli spazi
Capitolo 3 – Il
contenitore farmacia
Capitolo 4 – Store
atmosphere e store image: componenti di base per una spazialità vincente
Capitolo 5 –
L’offerta dei prodotti
Capitolo 6 –
Un’analisi del retail mix
Capitolo 7 – I dati
del mercato
Capitolo 8 –
Incrementare le vendite
Capitolo 9 – Canali a
confronto
Capitolo 10 – La
gestione del personale
Capitolo 11 – Le
caratteristiche del ruolo
Capitolo 12 – La
cabina dermocosmetica
Capitolo 13 –
Valutare e progettare la cabina dermocosmetica
Capitolo 14 –
Scegliere di vendere i trattamenti estetici
Capitolo 15 – Le
caratteristiche della cabina estetica
Capitolo 16 – Una
buona gestione
Capitolo 17 – Atelier
di camouflage in farmacia per l’autotrucco
Capitolo 18 – Dove e come forare i lobi ?……….in farmacia al
reparto cosmetico!
Il decalogo della brava estetista in farmacia…….come convivere bene con i colleghi e i vostri clienti all’interno della farmacia.
Ecco di seguito alcune regole, sperimentate che vi
permetteranno di convivere bene con i vostri colleghi farmacisti e i futuri
clienti del vostro reparto dermocosmetico……
1.Salutate ogni cliente della
farmacia ….il vostro saluto dovrà essere lo stesso in fatto di gentilezza e
pazienza, che date al primo cliente delle 9 del mattino fino all’ultimo cliente
della sera…..siamo in farmacia per offrire un servizio e rappresentiamo la
salute, la bellezza e l’estetica non dimenticatelo mai……..
2.Quando saranno un po’ di mesi
che lavorerete in farmacia vi capiterà di ricordare il nome di qualche cliente
più affezionato……bene salutatelo sempre pronunciando il suo nome questo lo farà
sentire più importante .
3.Le clienti in cabina vi
racconteranno tanti piccoli segreti ……non giudicatele mai, ma ascoltatele in
silenzio e fate capire loro che i loro segreti sono al sicuro…quindi acqua in
bocca………..
4.Ci vuole un ingrediente in
più….vediamo…….un pizzico di positività…pensieri positivi portano situazioni
positive……..anche nelle situazioni più avverse cerchiamo di non arrenderci
spesso facciamo di un granello di sabbia una montagna…..
5.Non si fanno pettegolezzi sul
luogo di lavoro…….anche il collega più ombroso e stravagante può insegnarvi
qualcosa…….la diversità va valorizzata come pregio non come difetto!
6.Non dobbiamo aver paura di ciò
che non conosciamo ……… prima si sperimenta poi possiamo dire se qualcosa ci
piace oppure no….
7.I solisti non vincono ……..la
squadra vince ……quindi impariamo a lavorare in squadra!
8.Accettate sempre i caffè che vi
vengono offerti ….sopratutto dal vostro capo…..rifiutare è indice di un atteggiamento
di chiusura…e non va bene.
9.Amate e organizzate ogni giorno
il vostro reparto …..in questo modo lo vedrete crescere di giorno in giorno;
10.In ultimo ….lavorate
divertendovi……scatenerete tanto tanto interesse e le clienti avranno voglia di
tornare da voi……..
In un mercato maturo,
competitivo, bisogna saper scegliere per favorire lo sviluppo futuro della
propria azienda. Saper scegliere significa, per l’imprenditore saper rinunciare
per favorire le opportunità che possono garantire soluzioni più profittevoli :
la resa sull’investimento.
Partendo da questa
frase del professor Kotler, padre del marketing, voglio in questo primo
capitolo associare il meglio di ciò che già si conosce sulla gestione e
sull’organizzazione del reparto dermocosmetico con il meglio di quanto è utile
conoscere per operare nella vendita in un mercato competitivo. Lo sviluppo della
cosmetica impone infatti scelte oculate, in risposta a un mercato in cui è
presente, in veste di giudice insindacabile, il cliente, che decreta il
successo o l’insuccesso delle decisioni prese dalla farmacia.
Da dove suggerisco di
partire per verificare , tarare o rifare quanto già fatto nell’ambito della
cosmetica? Monitorando il segmento in cui il canale farmacia si muove,
impegnati alla ricerca delle minacce e delle opportunità che l’evoluzione
richiede , troviamo un mercato che in modo imperativo detta legge:” si fa ciò
che il mercato richiede, non fa eccezione ad alcuno, se non lo si segue si
rischia di diventare obsoleti”.
Il futuro del canale
farmacia riserva meno Stato e più cassetto. Questo non è uno slogan, ma la
constatazione di un prossimo scenario che impone ai titolari di attuare una
sana gestione commerciale, considerando il punto vendita un negozio di salute.
Di giorno in giorno,
infatti diminuiscono il valore unitario e la marginalità di ogni singola
prescrizione: questo significa che l’esercizio farmaceutico non può vivere
soltanto con il presidio, ma deve associare un negozio che si apra verso nuovi
consumi, gestiti con la stessa esperienza e professionalità riconosciuta dal
cliente-paziente offerta nel dispensare il farmaco.
La farmacia così deve
adottare due modelli operativi, in risposta al comportamento d’acquisto della
propria zona d’influenza:
-
la salute,
attraverso le prescrizioni mediche;
-
il benessere,
prevenzione, bellezza, attraverso l’acquisto diretto di beni e servizi.
Nel costruire un
negozio della salute bisogna rispettare anche i vincoli che condizionano il
risultato, per evitare il rischio di investire in modo errato e di perdere
occasioni preziose. Vanno prese in considerazione la spazialità, le risorse
umane da impiegare, la resa sull’investimento.
Affronterò di seguito
i due temi che condizionano il risultato finale dettato dall’esigenza di
misurare la resa sull’investimento: la spazialità, per definire i sistemi di
vendita più remunerativi e premianti, e la store atmosphere/store image, per creare i
presupposti di un’identità aperta ai consumi, comunicati dall’ambiente che si è
creato.
La spazialità è un
insieme di sensazioni già vissute, riprodotte in un dato ambiente con una
precisa destinazione d’uso promosse dalla luce, dal calore, dall’odore , dal
colore e così via. Possiamo definirla per certi versi una dimensione
impalpabile che ciascuno vive in modo diverso, a seconda della percezione del
mondo che fino ad oggi lo ha circondato. Per chiarire questo concetto prendo ad
esempio l’immagine di una grotta, il suo spazio sarà percepito in maniera
diversa da ciascuno, e questo per la contrapposizione fra luce e buio,
nostalgia e realtà ricordi e sogni.
Crea in chi la
osserva un’emozione. In tal senso la spazialità evoca il ricordo la memoria, il
desiderio, la piacevolezza, la nostalgia, e via dicendo.
In farmacia la
spazialità è condizionata dalla tipologia del “contenitore” cioè dalle
caratteristiche della farmacia: si associano elementi tangibili e intangibili
che devono dominare la scena, quali l’assortimento, i sistemi di vendita, la
specializzazione, la store atmosphere e la store image.
La teoria di Hersey
afferma che il processo di vendita, espresso attraverso i componenti che
attivano il far vivere la spazialità,
parte dal contenitore-farmacia , in cui sono presenti i seguenti aspetti:
La visibilità: ogni
comparto o reparto relativo al settore commerciale deve essere messo nella
giusta evidenza, attraverso lo studio del display merceologico. La divisione in
comparti o in reparti dei settori deve comunicare la tipologia d’uso a un
cliente in movimento. Ogni percorso porta in sé pulsori di facile visibilità
che motivano l’interesse sull’offerta, comunicata lungo la viabilità
principale.
La viabilità: deve
creare attenzione e interesse verso il cosmetico. Ci sono codici impiegati per
creare una viabilità aperta sul fronte dei consumi lungo il percorso che porta
al banco etico. La stessa viabilità poi ripropone il fronte dei consumi al
cliente in attesa di essere servito o dopo essere stato servito al banco etico.
I percorsi in farmacia diventano le vie d’accesso per raggiungere sia il banco
etico, baricentro del sistema, sia i comparti/reparti del parafarmaco.
L’attrattività: viene
attivata da un’esposizione corretta, attraverso gli strumenti del merchandising
di base. Si può mettere in rilievo la proposta del parafarmaco basandosi sui
principi dettati dai plano grammi delle aziende o seguendo il principio
universale della verticalizzazione per marca e della linearità per gamma. Il
passaggio dal disordine a un’esposizione ordinata aumenta l’attrattività della
merce esposta aumentando il desiderio d’acquisto.
Il contenitore
farmacia: la superficie della farmacia assegnata alla vendita è il primo
capitale che il farmacista mette a
disposizione per lo sviluppo del punto vendita. Da una ricerca effettuata in
collaborazione con Architettura Etica Srl su un limitato, ma variegato campione
di farmacie con valore termometrico solo indicativo, ma a mio giudizio
significativo, è emerso che la superficie media di vendita del parafarmaco, da
porta a banco è di 32,5 metri quadrati
e la superficie media riservata per la logistica e i servizi risulta di 86,5
mq. La spazialità condiziona quindi la tipologia della farmacia e consente due
possibili sviluppi:
-
l’introduzione
del comparto cosmetico, che trasforma la farmacia da tradizionale involutiva a
tradizionale evolutiva;
-
l’introduzione
del reparto cosmetico, che trasforma il punto vendita da tradizionale evolutivo
plus a polifunzionale, con i servizi potenziati.
COMPARTO cosmetico le
caratteristiche:
-
Comparto accanto
al banco etico, baricentro del sistema di vendita.
-
Consiglio da
parte del personale del banco etico.
-
Buona visibilità
nell’area di sosta, in attesa di essere serviti.
REPARTO cosmetico le
caratteristiche:
-
Un corner ,
dall’igiene intima al maquillage , passando per il corpo, i capelli e il soin.
-
Presenza
permanente di un collaboratore dedicato.
-
Presenza di
servizi assistiti: da client satisfaction a human satisfaction.
L’eventuale box
cosmetico o la cabina estetica, possono essere inseriti in farmacia in sinergia
con il reparto cosmetico o, meglio, il reparto della cura del sé, promuovendo
la cultura cosmetica a supporto della vendita dell’assortimento. I servizi
offerti alla clientela sono realmente a supporto delle vendite se:
-
sono sostenuti
periodicamente da una comunicazione mirata e stagionale;
-
sono sostenuti
da iniziative in autogestione con la collaborazione delle aziende cosmetiche;
-
sono sostenuti
da animazioni promosse dalle aziende cosmetiche con il sostegno della farmacia;
-
sono affidati a
personale qualificato;
-
hanno un costo
che a volte non giustifica la resa economica, se non sono messi in sinergia con
la vendita dei prodotti in assortimento;
-
sono strumenti
per sensibilizzare reclutare e fidelizzare i nuovi clienti potenziali e
mantenere alta la soddisfazione dei clienti già fidelizzati.
Store atmosphere e
store image: componenti di base per una spazialità vincente.
L’immagine e
l’atmosfera mirano a promuovere spinte psicofisiche verso la ricerca del bene o
del servizio offerto.
Il cliente potenziale
identifica la farmacia alla quale rivolgersi, attraverso medelli di
comunicazione che intervengono positivamente durante la lettura della
proposta/offerta specializzata negli assortimenti e specialistica per la
presenza di collaboratori preposti, in un’atmosfera di piacere, di sicurezza e
di serietà.
I parametri che
concorrono alla costruzione della store image in farmacia sono identificati nei
mezzi che creano emozione attraverso la caratterizzazione e l’ambientazione.
Per ottenere questo ci si avvale di materiali e sistemi arredativi, quali:
pavimentazione, illuminazione, controsoffittature, comunicazione visiva,
sistemi sensoriali e così via.
E’ stata effettuata
un’indagine conoscitiva sponsorizzata da Architettura Etica srl, utilizzando la
società di Telemarketing di Brescia, attraverso interviste telefoniche. A fine
2008 sono state effettuate 312 interviste sulla cosmetica in farmacia, che
hanno portato a conoscere in modo indicativo e orientativo le motivazioni che
spingono uomini e donne ad acquistare cosmetica in questo canale per risolvere
inestetismi e piccole patologie:
-
benessere
personale (61%)
-
invecchiare in
salute (32%)
-
seduzione (9%)
La ricerca
motivazionale sui consumi dei prodotti cosmetici in farmacia ha confermato, ancora una volta, che
la farmacia è un negozio di salute, da non confondersi con altre realtà
distributive presenti nel mercato selettivo.
Store Atmosphere
Prima di definire
parametri , voglio specificare il significato di “atmosphere”. Con questo
termine voglio riferirmi alla coerenza globale della farmacia all’insegna del
valore salute, valore da proiettare a 360° nel benessere, nella performance,
nella bellezza….Per creare un negozio della salute che sia percepito come tale
dal cliente-paziente bisogna valutare attentamente l’assortimento, il display
merceologico, il merchandising, l’allestimento delle vetrine, i servizi
offerti, il consiglio, e così via.
L’offerta dei
prodotti
E’ un mercato che
vale quasi 1.500 milioni di euro in prezzi al pubblico e che supera i 1.900
milioni, inclusi articoli complementari inerenti la pulizia e il trattamento.
Stiamo parlando dell’insieme dei prodotti cosmetici venduti in farmacia, in
rapporto ai 26.500 milioni di euro del giro d’affari del canale è un fatturato
di tutto rispetto.
Ma ricordiamo che
cosa s’intende per prodotti cosmetici. In base alla vigente normativa, sono le
sostanze e preparazioni destinate a essere applicate sulle superfici esterne
del corpo umano, allo scopo di pulirle, profumarle, modificarne l’aspetto,
correggerne gli odori, proteggerle o mantenerle in buono stato. E’ una
categoria che comprende una gamma molto ampia di prodotti, che possiamo
raggruppare in alcune grandi famiglie:
-
pulizia, cura e
bellezza dei capelli
-
prodotti da
barba
-
igiene orale
-
bagnoschiuma
-
deodoranti
-
profumi,eau de
toilette e de cologne
-
creme per il
corpo
-
creme per il
viso
-
detergenti e
tonici
-
trucco
Ciascuna famiglia,
poi, consta di un certo numero di classi e sottoclassi( per esempio, tra i
prodotti da barba ci sono schiume e creme da barba, liquidi o gel, dopobarba e
prebarba).
E’ evidente che tra i
cosmetici ci sono prodotti molto prossimi al baricentro merceologico della
farmacia e altri che ne sono lontani.Tutti quelli che si riferiscono a
inestetismi causati da patologie, come la cellulite, o che rispondono a
esigenze particolari, come l’igiene orale per chi soffre di problemi dentali o
paradontali, o che possono essere valorizzati dalla consulenza di un sanitario
trovano un buon habitat nella farmacia, alla quale si rivolgono volentieri
tutti coloro che sono particolarmente sensibili alla qualità e alla
scientificità dei prodotti, alla prevenzione, a un approccio serio anche
all’igiene e alla cura dell’aspetto. Non è di oggi il buon rapporto tra la
farmacia e certi cosmetic, i quali costituiscono un importante presidio per la
salute e il logico prolungamento dell’attività di alcuni medicinali.
Un’ analisi del
retail mix
Per validare il buon
feeling che sembra esserci tra questo canale e una cospicua parte dei prodotti
cosmetici, è utile analizzare il retail mix della farmacia in relazione alle
merceologia che stiamo considerando. Com’è noto, il retail mix è l’insieme
delle leve di marketing di un punto vendita e consta di quattro elementi:
-
ambiente
-
assortimento
-
comunicazione e
servizio
-
prezzo
Cominciamo con
l’ambiente. La farmacia non supporta le
suggestioni dell’eterna giovinezza e della seduzione mirata, che possono
trovare maggiore spazio nel magico ambiente della profumeria. Può però, anche
la sola presenza di elementi prestigiosi, come gli stessi farmacisti e quegli
efficaci strumenti che sono i farmaci, rassicurare al meglio tutte le persone
che esigono scientificità e sicurezza dai prodotti di igiene e bellezza.
L’assortimento della
farmacia è indirizzato verso la salute. Le gamme cosmetiche rivendibili nel
canale, dopo un lunghissimo processo di selezione reciproca, rappresentano
un’offerta ben calibrata per il cliente che cerca efficacia sicura.
Comunicazione e
servizio sono le armi vincenti della farmacia: il mass market offre prezzi
buoni e nulla vieta che i prodotti ivi distribuiti siano ottimi, ma i suoi
consumatori rischiano di pagare un prezzo in termini di mancanza di assistenza,
poiché non sempre è presente personale qualificato.
Il prezzo, nel caso
dei cosmetici, non penalizza la farmacia. Il canale ha fama, in buona parte non
giustificata, di essere costoso. Non è sempre così, ma sfortunatamente c’è
gente che lo pensa, e l’unica cosa che conta è l’opinione del cliente. Parlando
di cosmetici, però, c’è coscienza diffusa tra il pubblico che il rapporto
qualità/prezzo sia accettabile.
I dati del mercato
Uno strumento
importantissimo per capire lo stato di salute del rapporto tra farmacia e
prodotti cosmetici sono le rilevazioni di mercato. Nonostante sia opinione
comune che il farmacista, giustamente apprezzato come professionista della
salute per competenza e capacità di interagire con il pubblico sia invece poco
competitivo come commerciante, nel caso del cosmetico sfata, almeno nei
risultati, questo luogo comune. Dai dati di consumo annualmente diffusi
dall’Unipro, l’associazione delle imprese cosmetiche, veniamo infatti a sapere
che in un libero mercato, qual è quello dell’igiene e bellezza, in alcuni casi
vedersela con agguerriti concorrenti senza monopoli o rendite di posizione, la
farmacia si batte onorevolmente. In una contesa che la vede competere con un
canale altamente specializzato ( le profumerie) con un aggressivo nei prezzi e
nelle promozioni, con vendite professionali, istituti di bellezza e
parrucchieri, con una capillare vendita porta a porta, anno dopo anno la
farmacia acquista quote di mercato: dal 2000 al 2010 è cresciuta dell’87%
passando da 791 a
1479 milioni di eur, mentre gli altri canali tradizionali crescevano solo del
14%. Non ci sono particolari segnali che ci dicano che la progressione della
farmacia sia giunta al top: è quindi probabile che il canale possa continuare
nella sua erosione dello share degli altri punti vendita, a maggior ragione se
il farmacista si appropriasse di tecniche commerciali alle quali tuttora non
presta la dovuta attenzione.
Nel periodo 2000-2010
la farmacia è passata così da una quota del 12% a una del 19% sul totale dei
consumi di cosmetici che transitano per i canali tradizionali. I dati ci dicono
che la farmacia è forte nel settore dei prodotti viso corpo e per gli articoli di igiene del
corpo.
Incrementare le
vendite
Dopo aver constatato
che tra la farmacia e i prodotti cosmetici c’è una buona relazione e che la
potenzialità del settore è presumibilmente ancora lontana dal plafond, come si
deve muovere il titolare per sviluppare il mercato? Ricordiamo i passi da fare,
In primo luogo bisogna fare una precisa valutazione della domanda. Sarà quindi
molto utile monitorare le vendite di prodotti cosmetici nella farmacia, ma
sarebbe interessante occuparsi anche di chi, pur presente nell’area geografica
della farmacia, non vi effettua i propri acquisti. Analizzare il proprio bacino
di utenza , vedere chi occupa il territorio, mi riferisco ai negozi concorrenti
sul cosmetico, farsi un’idea di come vengono gestiti i consumatori nei punti
vendita che insistono sulla stessa zona commerciale. Tanto per fare un esempio,
in caso di mancanza di una valida profumeria in zona il farmacista potrebbe
azzardare una presenza ben più marcata del solito nel settore, un po’ sulla
falsa riga delle farmacie francesi dove spesso i prodotti di igiene e bellezza
hanno una presenza trionfale.
Selezione dei
prodotti
Uno dei punti di
forza della farmacia è la qualità e l’assortimento. E’ la conseguenza di un
buon category management, che i farmacisti hanno condotto per anni in maniera
anche un po’ inconscia e istintiva, selezionando prodotti e case produttrici.
Ricordo sommariamente i criteri informatori del categoy management. Si tratta
di individuare , per ogni merceologia, i segmenti di consumo, facendo in modo
che siano rappresentati tutti quelli che hanno un certo peso. Questo vuol dire
scegliere i prodotti leader, e talvolta privilegiare una marca che soddisfa un
bisogno non coperto rispetto a una che gode di maggiori vendite, ma
appartiene a un segmento già ampiamente
rappresentato. Tal modo di operare permette ai clienti una scelta più varia,
pur diminuendo il numero di referenze trattate. Si deve razionalizzare
l’offerta. Ma il processo non finisce qui. Bisogna anche esporre i prodotti
secondo le regole e le logiche d’acquisto utilizzate dai clienti. Ciò vuol dire
affiancare prodotti con una contiguità di utilizzo. Finora la farmacia si è
distinta per una buona selezione delle
case cosmetiche trattate, talvolta non è perfetta l’esposizione o
l’assortimento, che in certi casi pecca addirittura per abbondanza: procurare
ogni prodotto richiesto è senza dubbio un servizio, ma non è detto che sia
redditizio sempre e comunque. Come promemoria ricordo quindi di continuare ad
assicurare la presenza di case e prodotti di acclarato livello qualitativo,
anche come assistenza, di accertarsi di coprire tutti i segmenti di consumo di
rilievo e di dedicare la massima attenzione agli aspetti espositivi. Se il
titolare non si sentisse sicuro delle proprie valutazioni, è bene che si faccia
aiutare da un esperto. E’ bene ricordare , poi che nel caso dei trattamento
viso e del make-up è opportuno scegliere case, non prodotti, perché soltanto
con la gamma completa si possono soddisfare le esigenze del pubblico.
Canali a confronto
Un documento
importante per i miei scopi è la ricerca Eurisko effettuata nel 2010 per
valutare il posizionamento della farmacia nel contesto dei canali distributivi
dei cosmetici. Gli obbiettivi della ricerca erano:
-
analizzare il
posizionamento differenziale dei punti vendita;
-
determinare gli elementi che contano e
differenziano i canali di acquisto;
-
Consentire l’individuazione di possibili ambiti e
direzioni di sviluppo.
Per quanto riguarda
la penetrazione dei canali, su circa 49 milioni di adulti che costituiscono il
mercato potenziale, il 51,3% dei consumatori si serve al supermercato, che è il
canale con la penetrazione massima, e soltanto il 5,6% pari a 2,7% milioni di persone , compra
cosmetici in farmacia. Non ci sono comportamenti omogenei verso le diverse
classi di prodotto: i canali hanno penetrazioni diverse per le differenti
categorie. Per i prodotti di più largo consumo vanno per la maggiore,
naturalmente, super e ipermercati. La farmacia vede ai primi posti i prodotti
di cura e pulizia del viso, lo shampoo ed il trucco. Per quanto riguarda il
profilo di chi compra i cosmetici in farmacia, il canale è equilibrato rispetto
alle caratteristiche geografiche e di ampiezza centri, il che vuol dire che c’è
una certa omogeneità tra la clientela alle diverse latitudini nazionali e nei
centri urbani grandi e piccoli. Considerando il sesso dei consumatori, la farmacia
registra una particolare prevalenza femminile; riguardo l’età, il consumo è
centrato sulle classi più interessanti (
25-54 anni). Pochissimi sono i giovani tra consumatori di cosmetici, e ciò non
meraviglia, ma scarsi anche gli anziani, il che invece stupisce, vista l’alta
frequentazione della farmacia da parte delle persone in età. E’ molto positivo il profilo degli acquirenti in
farmacia per quanto riguarda scolarità, classe sociale e reddito. Infine, è molto
marcata la sovrapposizione di canali: la stessa persona compra alcuni prodotti
al supermercato, altri in farmacia altri ancora in profumeria. Le conclusioni
della ricerca: la farmaciaè ben posizionata nei confronti dei cosmetici, in
quanto annovera nella sua clientela il segmento al top per bisogni e
aspettative da un lato e capacità di spesa dall’altro. E’ una piattaforma
eccezionale, che spiega la tenuta e lo sviluppo del mercato. Ci sono però
alcune aree di miglioramento, in quanto la potenzialità del canale non è
sfruttata per quello che pùò offrire. I ricercatori suggeriscono qualche
opzione:
-
una prima
opportunità è di rinforzare il personale di vendita dedicato, o comunque sia
capace di assistere i clienti in maniera propositiva.
-
Un’altra area di
intervento è l’atmosfera. I cosmetici, infatti, possono trarre vantaggio da un
clima meno medicale. Si nota pure il fatto che soltanto una piccola parte delle
persone che entrano ogni giorno in farmacia acquista cosmetici.
Quello da sviluppare
è un target maturo, alto frequentatore del canale, per il quale esiste già un
assortimento di prodotti adeguato. Tali persone sono generalmente disposte ad
affidarsi al consiglio di un esperto, perché vedono come valore aggiunto
rassicurazione e garanzia.
Domanda e offerta si
devono incontrare
Per concludere, il
business dei prodotti cosmetici comincia da una accurata analisi della domanda.
A questo punto bisogna unire a un adeguato assortimento un’appropriata offerta
di servizio: Ci deve essere almeno una persona in farmacia specializzata e
quindi in grado di dare informazioni e consigli ai clienti. L’esperto deve
essere anche in grado di fare una vendita, perché il settore richiede un tasso
di spinta promozionale sconosciuto nella distribuzione del farmaco. Ho detto
“esperto” ma diciamo pure “l’esperta”: le donne sono imbattibili quanto a
sensibilità verso i cosmetici e a capacità di proporli nel modo giusto.
La gestione del
personale
Il reparto
dermocosmetico si sviluppa intorno ad assi differenti quali: la gamma,
l’esposizione, gli spazi. Una volta che l’assortimento è stato sistemato,
l’esposizione è in ordine , gli spazi
promozionali sono stati definiti e la comunicazione di reparto ben
evidenziata, che fare?
Spesso si lavora
tanto per la costruzione del reparto, ma non abbastanza per gestirlo.
Il potenziale della
dermocosmesi è enorme: l’elevata marginalità, unita a un bisogno sempre
crescente non solo di salute, ma anche di benessere da parte dei clienti che
ogni giorno entrano in farmacia, indicano che il trend dei consumi è destinato
a crescere ancora e che il punto vendita non può non sfruttarlo. Ma non basta ,
il dermocosmetico è anche uno dei reparti più complessi per profondità e
ampiezza dell’assortimento. Per questo, è fondamentale che ci sia qualcuno in
farmacia che sappia esattamente che cosa consigliare, come e a chi.
L’evoluzione del
mercato indica che sempre di più i clienti hanno bisogno di una
personalizzazione dell’offerta: è molto importante, dunque, avere una persona
di riferimento che abbia innanzi tutto competenze di prodotto e sappia
consigliare adeguatamente prodotti specifici. Si tratta di un know-how di
grande importanza. Questo significa che, anche laddove non ci sia la
possibilità di avere una responsabile di reparto full-time, è fondamentale
investire nella formazione di una collaboratrice o un collaboratore che
sviluppino, comunque sia, expertise di canale. Non è necessario fare formazione
solo perché ci viene proposta, ma è il risultato di un percorso di analisi e
valutazione.
Il primo passo da
compiere prima ancora di scegliere il tipo di formazione è realizzare
un’analisi sia degli obbiettivi che si vogliono raggiungere, sia della squadra
a disposizione.
Percorsi di
formazione adeguati
Prima di tutto,
bisogna sfruttare appieno la formazione in farmacia, ovvero il training on the
job: è fondamentale per i collaboratori essere inseriti in un ambiente
stimolante, in cui apprendimento e applicazione rappresentino valori
distintivi.
In secondo luogo si
deve promuovere formazioni tecniche, ma anche gestionali e relazionali: sapere
da un lato che cosa si offre, e dall’altro come si consiglia. Conoscere il
prodotto è la base rispetto alla quale lavorare per gestire professionalmente
la categoria, in termini di comunicazione verso il cliente e di capacità
organizzative e gestionali internamente. Le aziende partener sono solite
offrire percorsi di formazione per sviluppare conoscenze, competenze e
strumenti ad hoc. La formazione è il primo strumento manageriale che consente
di far crescere le risorse all’interno della squadra. Un percorso scelto per la
responsabile del reparto dermocosmetico deve essere specifico e tagliato sul
suo ruolo. Non basta, il reparto non è mai solo prodotto, ma è soprattutto
servizio.
La professionalità
della responsabile non può prescindere da questo aspetto, fulcro della farmacia
tanto quanto l’assortimento vero e proprio. Infine, una formazione di rispetto
deve essere in grado di fornire conoscenze utili per il monitoraggio autonomo
dell’andamento del reparto. La responsabile dovrà imparare quali sono gli indicatori
fondamentali che le permettono di misurare il raggiungimento dei suoi
obbiettivi. Un primo consiglio, dunque, è quello di far crescere la
responsabile o la persona scelta tra i collaboratori per occuparsi del reparto.
Tutto questo non può prescindere dal resto della squadra, come dice Franklin
Delano Roosevelt, “le persone che agiscono insieme come gruppo possono
realizzare cose che nessun individuo da solo potrebbe mai sperare di ottenere”.
La spia del buon funzionamento emerge laddove le conoscenze apprese durante il
processo di formazione diventano know- how condiviso e non restano soltanto
patrimonio personale di chi ha seguito il corso.
Se realmente sono
state acquisite competenze relative alla verifica dei propri obbiettivi, il
monitoraggio individuale permette di verificare costantemente il contributo del
singolo rispetto all’obbiettivo della squadra. Su queste basi, il titolare
evoluto è chiamato ad aiutare i suoi collaboratori affinchè individuino i
propri punti di forza e quelli di debolezza, per capire quali siano le aree di
miglioramento su cui intervenire.
Come ho anticipato
non è necessario che ognuno ricopra un ruolo soltanto. In squadre piccole, come
può essere la realtà della farmacia, capiterà di assegnare alla stessa persona
più di un ruolo. Allo stesso tempo, non è obbligatorio che un collaboratore
mantenga per tutta la durata del suo impiego lo stesso ruolo. Ognuno possiede
determinati talenti, che differenziano gli uni dagli altri, ma non tutti si
trovano necessariamente in una posizione che consenta loro di sfruttarli al
massimo. Compito del manager di farmacia è, dopo aver individuato il talento di
ciascun collaboratore, proporre spostamenti e cambi di mansione per evitare che
qualcuno si trovi nel posto sbagliato. Infatti se si vuol trasformare il
talento in performance, bisogna collocare ogni persona in modo tale che venga
pagata e riconosciuta per fare quello per cui è naturalmente portata. Bisogna
assegnarle il giusto ruolo.
Le caratteristiche
del ruolo
Che cosa chiedere allora
a questa figura professionale? Ci sono basi imprescindibili ( ma da non dare
per scontate), come la presenza al banco, il valore del sorriso e
dell’accoglienza del cliente. La comunicazione, ormai lo sappiamo non è fatta
solo di un saluto o della proposta di un prodotto su richiesta.
Uno dei principi
chiave della teoria della comunicazione di Paul Watzlawick afferma che “Non si
può non comunicare”. Ogni forma di interazione umana rappresenta una forma di
comunicazione: in farmacia non sono solo le persone a comunicare. Pensiamo agli
spazi, alle indicazioni, ai comunicati all’utenza, ai supporti espositivi, al
materiale delle aziende. In seconda battuta, pensiamo poi a come vengono
accolti i clienti al loro ingresso, se qualcuno ha l’accortezza di salutarli
sempre, se tutti indossano il camice ed espongono la croce dell’ordine. Nel
lavoro con il pubblico il corpo parla prima, durante e dopo l’interazione. Il
cliente osserva: bisogna curare i particolari.
L’importanza di
essere proattivi
Cosa significa essere
proattivi? Il significato di pro attività risiede nella “capacità di anticipare
futuri problemi, esigenze, cambiamenti”; una persona proattiva è quella che sa
operare senza attendere che qualcosa accada e prenda l’iniziativa per
realizzare ciò che è giusto e necessario. Avere un approccio proattivo
significa essere in grado di percepire anticipatamente le tendenze e i
cambiamenti futuri per pianificare le azioni opportune in tempo.
In ambito individuale
identifica la capacità di reagire agli eventi in modo consapevole e
responsabile non lasciandosi condizionare dalle proprie impulsive remore
psicologiche e dalle circostanze ambientali esterne.
Nell’ambito della
gestione aziendale può essere proattivo sia colui che occupa un singolo ruolo
sia l’azienda in senso lato, laddove si distingua per la capacità di prevenire
e anticipare i problemi e i bisogni futuri e, più in generale, per l’abilità
nel gestire i cambiamenti.
In questo caso
l’atteggiamento proattivo all’interno del reparto si manifesta quando la
responsabile arriva ad avere influenza, e quindi la possibilità di agire, su un
ambiente molto più grande di ciò che effettivamente la riguarda e la coinvolge:
l’intera farmacia. Essere proattivi non riguarda solo l’ambito del consiglio,
ma anche quello di sviluppo di iniziative ed eventi ad hoc. E’ la responsabile
che incontra e gestisce ogni giorno il cliente, ed è quindi lei a poter
proporre quanto di migliore, all’interno della filosofia della farmacia, si
possa offrire. In primis, quindi, essere proattivi significa non lavorare
soltanto per la soddisfazione di un’esigenza espressa: vendere un prodotto su
una richiesta specifica non è fare consiglio. Questo vale per ogni reparto
della farmacia. Se un cliente, infatti, presenta al banco un problema o una
richiesta di prodotti o marche già identificati, qual è realmente il plus della
farmacia? La farmacia del futuro deve sviluppare la sua capacità di consiglio,
ossia la capacità di allargare la risposta laddove si presenta un’esigenza. Se
gli altri canali stanno vivendo un momento di grande contrazione dei consumi
dovuto alla diminuzione del passaggio dei consumatori, il potenziale
d’espressione della farmacia resta senza dubbio un punto a favore di questo
canale, che fa si che il numero di persone che continuano a entrare nel punto
vendita sia invariato, se non crescente. E’ importante lavorare su questa
potenzialità. Allargare la proposta è prima di tutto un modo per generare
cultura sul punto vendita: quanto il reparto dermocosmetico riesce a cogliere
le esigenze di chi entra in farmacia? La responsabile deve essere in prima
linea per far capire che la pulizia del viso è importante ed è fatta di più
gesti, che le stagioni cambiano e la pelle ha bisogno di prodotti diversi in
momenti diversi dell’anno, che l’età e il tipo di capelli influenzano
fortemente nella scelta di uno shampoo piuttosto che di un altro e così via.
La cabina
dermocosmetica
La riflessione sulla
cabina dermocosmetica nasce in uno scenario di mercato in cui la parola chiave
è evoluzione. La farmacia non è più soltanto luogo deputato alla risposta
farmacologica alla malattia, ma sempre più vissuta da cittadini come punto di
riferimento per la bellezza e il benessere, in una logica di prevenzione e
qualità della vita. Il consumatore, diventato esperto ricerca oggi soluzioni
integrate che garantiscano l’eccellenza della performance. Il consumatore,
diventato esperto, ricerca oggi soluzioni integrate che garantiscono
l’eccellenza della performance. Emerge una dinamica d’acquisto che supera il
desiderio di ostentazione e privilegia il piacere di prendersi cura di sé, di
migliorare il proprio stato di benessere psico-fisico. La nuova filosofia
dell’healthy aging promuove scelte ad alto contenuto di servizio.
E’ in questo scenario
che la cabina dermocosmetica costituisce un ottimo strumento per la farmacia
fortemente orientata alla relazione e alla soddisfazione del cliente. Come già
la profumeria ha compreso, la crescita della vendita del cosmetico trae grande
supporto dai servizi in cabina. Alla luce di questa esperienza si costruisce
una performance ad alto valore aggiunto a patto che:
-
si parta da una
logica di progetto che salvaguardi l’identità della farmacia e razionalizzi la
gestione;
-
si tenga in
considerazione ciò che oggi il cliente ha gradito
-
si maturi
un’expertise specialistica
-
si valorizzi la
relazione con la cliente.
La vendita del
cosmetico opera con dinamiche differenti rispetto a quello del farmaco, perché
diversa è la motivazione all’acquisto del consumatore.
Parliamo di
un’esperienza multilivello che richiede una risposta di qualità sul piano
razionale, una rassicurazione sul piano relazionale ( che porta la cliente a
“investire” sulla sua bellezza), una risposta sensoriale completa. Nella
vendita del cosmetico, prima ancora della performance del prodotto, si vende la
performance del reparto.
Per accompagnare la
cliente in un acquisto di valore, è fondamentale che il reparto abbia personale
dedicato alla cosmesi e adeguatamente formato.
Cabina diagnostica
Le clienti apprezzano
un’attenzione “specialistica” loro dedicata e in uno spazio di maggiore
privacy. Occorre però avere chiaro che:
-
tale servizio
lavora in modo preponderante sulla componente razionale dell’acquisto,
trascurando quella più emozionale che è parte importante per il cosmetico;
-
la diagnostica
coinvolge la cliente soprattutto nel momento valutativo dello stato di salute
della sua pelle e del consiglio iniziale sulle sue esigenze, difficilmente
rappresenta un rinforzo costante al trattamento home-care (funzione che hanno
invece gli appuntamenti periodici in cabina con la tecnica della marca o con il
personale della farmacia).
Valutare e progettare
la cabina dermocosmetica
La massima espressione di una scelta di servizio
orientata alla relazione è la cabina dermocosmetica. E’ bene partire dal
presupposto che la relazione si nutre di:
-
ascolto
-
empatia
-
competenza
-
tempo
Una cabina spesso
inattiva e impropriamente usata come ripostiglio è conseguenza di una mancanza
di progettualità.
Nel momento in cui si
sceglie di avviare il “progetto cabina” consiglio di delineare la strategia del
reparto nel breve, medio e lungo termine e scegliere, di conseguenza, la
tipologia di servizi che potranno supportarla in modo coerente ed efficace. E’
importante anche pensare in una logica di personalizzazione coerente con la
propria identità, perché ogni realtà è unica e deve essere valorizzata da
scelte mirate.
Inoltre, bisogna
tenere presente che i clienti apprezzano un nuovo ventaglio di servizi e un
approccio rinnovato al consiglio, ma non cercano in farmacia né il centro
estetico o la Spa,
ne il bazar. Che cosa distingue la cabina dermocosmetica dai servizi negli
altri canali? Tre punti fondamentali:
-
la
valorizzazione del contesto farmacia. Creare attività ben integrate con il
reparto cosmesi e con le altre aree è la via per sfruttare il grande potenziale
di cross-selling nell’offerta di benessere globale della persona;
-
la garanzia
della professionalità del personale di reparto e delle tecniche che collaborano
( incluso il personale inviato dalle aziende cosmetiche);
-
Il trasferimento
nel cosmetico della logica “etica” del servizio farmacia.
Quattro buoni motivi
per fare la cabina
- L’elemento di attrazione di nuovi clienti
La cabina può ospitare numerose iniziative organizzate in autonomia o con
il supporto della aziende cosmetiche. Offrire la possibilità di una consulenza
gratuita può aiutare ad attrarre i clienti in transito nell’area del farmaco.
Un reparto competitivo nel tempo può avere una forza attrattiva
importante anche oltr il bacino di utenti della farmacia. Investire sulla
relazione con la cliente dosondo qualità e quantità del tempo, trovando formule
di marketing stimolanti e sapendo identificare le clienti opinion leader,
innesca infatti un prezioso passaparola.
- L’aumento del valore medio di ogni acquisto
Una buona consulenza in cabina coinvolge
la cliente e la aiuta a comprendere alcuni aspetti della cura domiciliare prima
trascurati, come l’uso dei prodotti complementari ( detersione e tonificazione, maschere
trattamenti stagionali e così via). La cliente incrementa il valore
dell’acquisto del cosmetico aprendosi un ventaglio più ricco di prodotti per la
cura della bellezza e del benessere.
- L’aumento della frequenza dell’acquisto
Un punto di riferimento fidato porta la cliente a frequentare spesso il
reparto per un confronto con l’addetta, per un consiglio, per dare il proprio
feedback rispetto al trattamento che sta seguendo a casa. Aumentano gli stimoli
all’acquisto grazie a un apprezzato accompagnamento costante al benessere
globale.
- L’aumento della fidelizzazione
Tempo e spazio dedicati alla cliente in cabina sono ancora molto forti
e contribuiscono alla fidelizzazione della cliente. In diversi settori merceologici oggi si riscontra una tendenza comune: il cliente
orienta i suoi acquisti in funzione dell’attenzione “particolare” che riceve.
La cabina dermocosmetica in farmacia è il luogo d’ascolto e
dell’attenzione “esclusiva”: da qui la sua forza.
Scegliere di vendere i trattamenti estetici.
Alcune farmacie hanno ricercato un ulteriore vantaggio nella vendita
alle clienti di servizi di estetica. A mio giudizio, tale materia è controversa
da un punto di vista legislativo, e complessa nelle implicazioni sull’identità
del servizio in farmacia. Un’istanza diffusa nel settore è quella di definire i
confini di pertinenza , pur nella logica dell’evoluzione. Nella scelta di
coloro che hanno introdotto un menù degno del più avanzato centro estetico
possiamo leggere il presupposto che l’offerta di tali servizi in farmacia sia
un modo per aumentare la frequenza di contatto con il reparto cosmetico,
ridurre la frequentazione di altri canali che potrebbe distrarre la cliente
anche nell’acquisto dell’homecare, e realizzare una nuova voce di guadagno
parallelamente alla vendita del retail.
Cito volutamente per ultimo questo aspetto: non è nell’introito
proveniente dai servizi estetici che la cabina trova la sua ragione d’essere in
farmacia.
L’attivazione di una cabina estetica professionale implica inoltre, a
fronte di una proiezione ragionevole del numero di servizi che si erogheranno,
una valutazione accurata dell’impegno organizzativo ed economico in termini di:
-
selezione e
gestione della collaborazione con l’estetista/direttrice tecnica.
-
Costi fissi e
variabili dell’attività, in particolare per i servizi di estetica base ( tra i
meno remunerativi);
-
Ammortamento
delle attrezzature professionali eventuali.
La selezione di una tecnica estetista qualificata che abbia il giusto
livello nel mix di competenze e abilità è molto complessa. Dovrebbe avere
infatti:
-
conoscenze
anatomiche e cosmetologiche,
-
buona manualità
e capacità tecnica;
-
capacità di
relazione con il cliente, prima, dopo e durante la prestazione;
-
ordine e buona
gestione dello spazio di lavoro;
-
capacità di
vendita;
-
disposizione a
imparare e declinare la propria professione secondo la filosofia del reparto e
gli obbiettivi;
-
capacità di
lavorare in squadra in reparto;
Inoltre, la presenza dell’estetista
all’inetrno della farmacia richiede un’accurata introduzione della tecnica nel
reparto, perché l’incontro di due approcci alla cliente tradizionalmente
diversi possa valorizzare i punti di contatto e non snaturare il progetto .
Al riguardo va fatta
una precisazione: un’accurata selezione dell’estetista è fondamentale anche nei
casi in cui la tecnica collabori occasionalmente con la farmacia, per esempio
durante il beauty day.
La qualità di ciò che
viene erogato in cabina è sempre responsabilità della farmacia e comunica
l’attenzione che questa ha deciso di riservare ai clienti.
La realizzazione
della cabina estetica
Il primo passo,
abbiamo detto , è quello di valutare il tipo di cabina utile alla farmacia in
funzione del progetto globale di servizio.
Al di là delle
diverse possibili declinazioni, alcuni requisiti strutturali e alcuni consigli
di buona gestione valgono per tutti i casi.
La realizzazione di
una cabina estetica di qualità deve assicurare:
-
Il rispetto
della normativa di riferimento ( settore estetica) in merito degli spazi;
-
La garanzia
dell’atmosfera giusta e dell’immagine coerente con il reparto e con la
farmacia;
-
Il massimo
confort per la cliente e per l’operatrice.
La normativa di
riferimento è espressa dalla legge nazionale (L. 1 /1990), dal comma 2
dell’articolo 10 del decreto 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con
modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n.40, e dall’art.19 della legge n.
241/1990 in materia di dichiarazione di inizio attività.
Sono poi le
regioni e i regolamenti comunali che
determinano i parametri per la conformità dei locali nel rispetto della
normativa in materia di edilizia e requisiti igienico-sanitari.
Il comune di
riferimento, quindi , esprime le direttive in particolare in materia di:
-
superficie del
locale, altezza e rapporti aero-illuminanti;
-
materiali per i
pavimenti, pareti e arredi di facile pulizia e sanificazione;
-
presenza di
lavello con acqua corrente
-
indicazioni su
rubinetteria e attrezzature minime
-
accesso alla
cabina che garantisca privacy
Vi sono inoltre
specifiche disposizioni da seguire in merito a:
-
piccole attrezzature
-
attrezzature
elettromedicali consentite ( in presenza di un’estetista)
-
igiene e
sterilizzazione delle attrezzature ( dove non ci siano strumenti monouso)
-
uso di materiale
monouso a contatto con la cliente.
Nel caso in cui la
cabina sia destinata a trattamenti corpo (impacchi, fanghi, etc..) oggi è
esplicato nella maggior parte delle regolamentazioni comunali che la cliente
debba avere a disposizione una doccia ad accesso diretto ed esclusivo in cabina.
Le caratteristiche
della cabina estetica
La normativa comunale
è esaustiva sui requisiti tecnici minimi
dei locali, ma non esplicita altri aspetti importanti per la creazione di una
buona cabina: impatto delle aree limitrofe, accoglienza, ergonomia e
sensorialità.
Occuparsi dell’esperienza
della cliente significa prendersi cura dell’impatto che l’ambiente ha sul suo
stato e sulla relazione.
Attraverso il
supporto di specialisti del settore che declinano gli aspetti comunicativi del
layout interno in armonia con la scelta dei servizi, è importante prestare
attenzione ai seguenti aspetti.
ACCESSO ALLA CABINA
Il percorso per
entrare in cabina, soprattutto se è stata creata all’interno dell’area non
aperta al pubblico, è parte integrante dell’esperienza di benessere.
E’ bene isolare
visivamente il percorso, magari con immagini rilassanti.
ACCOGLIENZA
Un ambiente che
accoglie la cliente considera le sue esigenze in toto. E’ importante, per
esempio, gestire al meglio la posizione del lettino, pensare a uno spazio in
cui la cliente possa riporre gli indumenti, predisporre una specchiera perché
si possa sistemare a fine trattamento, e così via.
ERGONOMIA
La cabina deve essere
confortevole per la cliente e anche per l’operatrice. Alcuni elementi a cui
prestare attenzione:
-la posizione del
lavandino rispetto al lettino deve rispettare la gestione delle manualità e il
principio, fondamentale che durante il trattamento, dalla cliente non ci si
deve allontanare.
-i piani d’appoggio
devono essere sufficienti e ben disposti. L’utilizzo del carrello rende poi più
flessibile la postazione di lavoro.
- la posizione del
lettino deve consentire l’accesso agevole alla cliente e garantire facilità di
movimento alla tecnica.
- la qualità dello
sgabello per la tecnica come il lettino per la cliente deve garantire il massimo
comfort.
SENSORIALITA’
In cabina parliamo di
“esperienza” del cosmetico. Siamo nel tempio della relazione e della conquista
sensoriale.
VISTA
Un buon lay-out della
cabina considera l’impatto che hanno sulla cliente la scelta e la disposizione
degli arredi, l’ordine, l’illuminazione, i colori delle pareti e la scelta dei
materiali, l’esposizione ben calibrata dei prodotti e la personalizzazione (
nel caso di giornate dedicate a una marca in particolare).
Una raccomandazione:
l’utilizzo in cabina di grandi specchi va dosato attentamente. L’impatto sulla
cliente sia sul piano emotivo sia energetico non è trascurabile.
OLFATTO
E’ il senso che in
modo più diretto e primordiale impatta sulle nostre emozioni. E’ fondamentale
considerare la profumazione della cabina con grande attenzione, perché il
profumo è un richiamo fortemente emotivo. L’effetto sullo stato della cliente è
molto forte ed estremamente soggettivo. La scelta più cauta è senza dubbio
quella di garantire una buona areazione dell’ambiente.
Sia per le marche che
introducono principi di aromaterapia, sia per linee la cui piacevolezza
cosmetica si sviluppa anche attraverso uno studio accurato dell’elemento
olfattivo, oli essenziali e profumazioni vanno valorizzati in modo integrato al
trattamento.
UDITO
Durante il
trattamento l’aspetto uditivo è parte fondamentale del confort ambientale. Un
isolamento acustico totale è praticamente impossibile in una cabina che nasca
all’interno del reparto.
Una buona selezione
musicale di sottofondo può aiutare a creare l’atmosfera e distrarre la cliente
da interferenze esterne e interne.
TATTO
In una gestione a 5
sensi della cabina parlare di tatto significa fare attenzione alla
comunicazione che la tecnica esprime attraverso una buona manualità. La
gestualità, la continuità del contatto con la cliente sono aspetti
fondamentali, ma trascurati da molti, anche nel settore dell’estetica
professionale. E’ inoltre importante, prima del trattamento, assicurare il
giusto relax alla cliente attraverso la regolazione della temperatura.
GUSTO
E’ un senso non
direttamente coinvolto nell’esperienza del cosmetico, a meno che non si crei un
angolo “ tisaneria” per l’accoglienza e l’attesa. In tal caso il mio
suggerimento è quello di utilizzare bustine a infusione di cui sia a
disposizione del cliente la confezione. La scelta delle tisane, chiaramente in
vendita presso la farmacia, potrà essere integrata al tema della giornata
evento o suggerita in funzione dei gusti e delle esigenze della cliente.
Le attrezzature di
base
Una volta allestita
la cabina secondo i criteri di comfort e sensorialità, le attrezzature
necessarie per un’attività tradizionale di check-up visivo-tattile, trattamenti
viso dimostrativi e sessioni di make-up
sono:
- lettino comodo, possibilmente a due snodi e con alzata regolabile.
Più o meno tecnologico, è importante
che la cliente si possa completamente distendere e rilassare;
- sgabello a rotelle per la tecnica;
- carrello di lavoro per rendere flessibile la postazione;
- lampada a luce fredda 5 diottrie;
- un piccolo sterilizzatore ( al quarzo, a calore, uv) nel caso si
utilizzi piccola attrezzatura;
- monouso;
Consiglio di valutare
con un esperto le diverse soluzioni presenti sul mercato. Anche la scelta di un
lettino per quanto apparentemente semplice, deve tenere presenti diversi
parametri tecnici che fanno la differenza in termini di sensazione a fine trattamento:
praticità e multifunzionalità, resistenza dei materiali nel tempo.
La soluzione che più
sarà di supporto al successo del reparto cosmetico è certamente la soluzione su
misura, unica calata nella realtà territoriale, in grado di rafforzare la
comunicazione di reparto e dell’intera farmacia.
Dove possibile, la
scelta che oggi suggeriamo è quella di una cabina multitasking, che possa accogliere
diverse attività della cosmesi (trattamenti, colloqui, check up diagnostici,
consulenze di make-up e così via) e che possa ospitare in futuro nuovi servizi.
Una buona gestione
La responsabile del
reparto cosmetico dovrà tenere sotto controllo alcuni aspetti della cabina
quali:
-
ordine,igiene e
adeguato assortimento di prodotti e materiali necessari all’attività;
-
massimo comfort
per la cliente;
-
presenza di
quanto occorre al check up/colloquio
-
massima cura
degli aspetti polisensoriali;
-
rispetto del protocollo
di accoglienza e lavoro con la cliente;
-
immagine e
comportamento del personale che opera in cabina;
-
personalizzazione
dell’area in occasione di giornate speciali, nel rispetto degli standard
qualitativi del set up cabina.
-
Monitoraggio
costante della soddisfazione delle clienti.
Su quest’ultimo punto
sottolineiamo l’importanza di avere il controllo sul servizio anche nelle
giornate organizzate con le beauty day delle aziende cosmetiche.
Nell’affidare le
proprie clienti all’azienda è bene condividere gli obbiettivi e la propria
filosofia di servizio, perché i trattamenti in cabina generino un vantaggio
autentico e duraturo nella relazione con la cliente.
Qualunque sia la
formula scelta per la consulenza, nell’attività ordinaria e nelle giornate evento,
l’incontro con la cliente dovrà curare ogni fase:
-
Accoglienza
-
Check up
rilevazione delle esigenze cosmetiche della cliente
-
Trattamento
-
Consiglio per il
trattamento domiciliare
-
Raccolta del
feedback e commiato.
IMPORTANTE:
L’obbiettivo
dell’incontro in cabina è lasciare il segno e generare un cambiamento positivo.
Se la cliente risulta
indifferente o peggio ancora non soddisfatta di ciò che ha
ricevuto,(trattamento-consiglio personalizzato) è bene rivalutare con
attenzione il proprio servizio nella complessità dei fattori che lo hanno
determinato.
L’efficacia
dell’esperienza in cabina è garantita anche dalla preparazione
dell’appuntamento. Fare una buona programmazione delle attività del reparto e
della cabina nell’anno, gestire in modo preciso l’agenda degli appuntamenti e
garantire una buona organizzazione e la giusta atmosfere anche nelle giornate
più intense (eventi beauty) sono aspetti fondamentali per un funzionamento
ottimale del servizio in cabina.
Anche se il servizio
è gratuito, orientarsi sulla qualità è la regola.
Accogliere la cliente
in una cabina attrezzata e confortevole e dedicarle un servizio gestito con
professionalità è una forma potente di comunicazione.
La gratuità non
risparmia il reparto dall’effetto boomerang di una performance non all’altezza
delle aspettative.
Atelier di camouflage
in farmacia per l’autotrucco
E’ una piccola,
grande oasi di aiuto professionale. Molte persone soffrono di un disagio
psicologico a causa di un inestetismo cutaneo. Il maquillage correttivo è uno
strumento per sostenere l’autostima dell’individuo e permettergli di avere un
contattopositivo con se stesso e con gli altri. Lo scopo dell’atelier è fornire
consulenza professionale per imparare a mascherare i difetti del viso: si va
dalla semplice macchia scura fino alla cicatrice o all’ustione.
Se si tratta di
cloasmi, melasmi(iperpigmentazioni del derma superficiale) o macchie della
pelle, occhiaie o couperose gli interventi da effettuare saranno relativamente
semplici. Nel momento in cui si presentano persone con problemi più importanti
ed evidenti, come vitiligini, angiomi, o inestetismi generati da incidenti,
cicatrici o ustioni gravi, gli interventi di make up correttivo diventeranno
più articolati e specifici. Si possono truccare anche persone che, per i danni
della chemioterapia, presenteranno un colorito spentoe devono indossare
parrucche.
Nell’atelier si
insegna alla cliente come usare il fondotinta coprente, i correttori, i
fissatori o le ciprie per correggere e mimetizzare i difetti cutanei. Per questo
motivo è bene procedere per gradi: al secondo appuntamento si lascia che sia la
paziente a familiarizzare con il make up. Viene anche compilata una scheda in
cui sono segnalati e descritti tutti i consigli dati e gli interventi di
camouflage effettuati, in modo da poter provare a replicare da soli a casa il
lavoro fatto in farmacia.
Capitolo 18 – Dove e come forare i lobi ?……….in farmacia al
reparto cosmetico!
La maggior parte delle farmacie oggi aderisce al servizio di
foratura dei lobi degli orecchi, nella maggior parte dei casi, proprio come è
successo a me, il vostro direttore chiederà proprio a voi estetiste se vi
sentirete in grado di aver a che fare con questo tipo di servizio che spesso
verrà effettuato su bambine di appena tre anni. Bene, più che sulla parte
pratica vi dovrete preparare su come accogliere un bambino nella vostra cabina
affinchè l’esperienza del foro all’orecchio rimanga un ricordo positivo.
Dovete sapere che i bambini sono l’espressione e il riflesso
di quello che sono gli adulti, i bambini soprattutto molto piccoli intorno ai
tre anni, non hanno ancora il concetto di “ paura del dolore” sono gli adulti
che molto spesso con le loro ansie trasmettono ai bambini questo tipo di
sentimento rendendoli timorosi.
Quindi quando la mamma di una bimba vi chiederà questo tipo
di servizio cercate di attenervi a queste regole.
- Accogliete sempre la bambina con un bel sorriso rassicurante e presentatevi chiedendole anche il suo nome e i suoi anni.
- Al momento della presentazione datele la mano, questo gesto la farà sentire importante.
- Fatela accomodare sulla poltroncina e fatele scegliere con calma l’orecchino da foro che dovrà portare per almeno sei settimane.
- Mentre la bimba sceglie l’orecchino fate firmare il foglio di autorizzazione al foro, visto che avete a che fare con un minorenne, alla mamma o al babbo.
- Una volta scelto l’orecchino, passate la salviettina disinfettante sul lobo della bimba spiegandole che è una salvietta magica e che con quella sentirà solo un leggero pizzico.
- Disegnate, con il pennarello in dotazione che troverete nel kit di foratura, un puntino centrale al lobo e fatelo vedere alla mamma, solo quando la mamma darà la sua autorizzazione procederete al foro vero e proprio.
- Questo è il punto più importante, dovete coinvolgere la bimba in un gioco, meglio ancora se coinvolgete anche la mamma o il babbo, il gioco per i bambini è un mezzo per interagire bene con gli adulti senza creare in loro delle ansie, quindi chiedete alla bimba se sa contare fino a 10, lei risponderà di si , e voi le dite che al vostro via lei dovrà farvi sentire come è brava a contare fino a 10 con gli occhi chiusi a voce alta. Questo metodo per quanto vi possa sembrare semplice serve per distrarre il bambino dall’ansia del foro e farlo divertire.
- Quando vi sentite pronte, di solito quando la bimba conta il quattro, sparate l’orecchino nel lobo contando insieme a lei e continuando a tenere ferma la pistola da foro fino a quando arrivate fino a 10.
- Staccate a questo punto la pistola dal lobo e a quel punto l’orecchino è stato inserito.
- Il secondo foro sarà molto più semplice perché a questo punto avete conquistato la fiducia della bimba e del genitore presente.
- Finito il vostro lavoro regalate sempre un gadget alla bima dicendole che è stata bravissima
- Spiegate in fine ai genitori quello che si deve fare nelle successive 6 settimane, ovvero:
_ pulire sempre la parte con un
sapone neutro,
_ passare di tanto in tanto un po
di disinfettante senza cotone,
_ evitare di toccare la parte con
le mani sporche,
_ insegnate ai bambini a girare
di tanto in tanto l’orecchino per evitare che si formino crosticine,
_ avvisate i genitori che,
qualora dovesse insorgere qualche infezione, possono tornare in farmacia e
acquistare al banco dell’etico delle creme specifiche che mandano indietro le
infezioni.
Un grosso in bocca la lupo a
tutte voi e le vostre piccole clienti!!!!!!!!!!!!!!
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